In occasione dell’Assemblea Generale di Federazione Gomma Plastica, tenutasi a Milano lo scorso 20 giugno, si è tenuta la tavola rotonda "Polimeri: formazione continua". Al confronto ha partecipato tra gli altri la professoressa Lionella Favretto, Dirigente Scolastico ISS “Natta” di Rivoli (TO). Al termine dell’incontro abbiamo chiesto alla dirigente di fare il punto sui percorsi attivi per gli studenti che vogliono lavorare nel campo delle materie plastiche, lo stato della domanda imprenditoriale e le prospettive per questo capitale umano di qualità.
Lionella Favretto è la presidente di ISMAP, una rete di scuole istituita grazie alle possibilità del decreto 197 sull’autonomia. Al momento conta nove istituti che hanno predisposto l’articolazione meccanica e meccatronica con opzione materie plastiche. Le scuole che fanno parte della rete sono l’ISS "G. Natta" di Rivoli (TO), scuola capofila della rete, l’ITS "L. Einaudi" di Correggio (RE), ITI "D. Scano" di Monserrato (CG), ISS "I. Newton" di Varese, ISS "Viola Marchesini" di Rovigo, l’ISS "U. Masotto" di Noventa Vicentina (VC) e l’ITI "E. Fermi" di Ascoli Piceno. A partire da aprile 2016 si sono aggiunti anche l’ISS "Kennedy" di Pordenone e l’ISS "Olivetti" di Ivrea (TO).
"L’idea della rete è nata perché le scuole che offrono un percorso professionalizzante in meccanica e meccatronica con opzione materie plastiche sono molto poche, a fronte di una richiesta molto forte da parte delle aziende", spiega la professoressa Favretto. "Siamo pochi e distanti e abbiamo deciso di metterci insieme per confrontarci sui contenuti, sulle indicazioni da dare sul profilo del diplomato dell’opzione materie plastiche, su argomenti, metodologie, approccio al settore, in modo da mettere a sistema buone pratiche, mettersi d’accordo sui testi da utilizzare". A quanto pare il mercato è povero di pubblicazioni sul mondo della plastica: a Reggio Emilia ad esempio è stato prodotto un testo ad hoc sulle materie plastiche per l’Istituto superiore.
Ci si confronta ovviamente anche sull’alternanza scuola-lavoro, per mettere in relazione scuole, studenti e imprese, che danno un grosso sostegno all’attività degli istituti dell’ISMAP. "C’è un confronto paritario con gli imprenditori. Non siamo soli. Un istituto tecnico del resto non può isolarsi da un contesto produttivo. I ragazzi devono fare i conti con la realtà che cambia e che si muove nel privato. La collaborazione con le imprese ci vuole, e deve essere intelligente".
Le aziende chiedono continuamente diplomati da inserire in azienda: la ricerca parte dagli istituti con percorsi professionalizzanti come quello offerto dal Natta, meglio se reduci da un’esperienza in alternanza scuola-lavoro. "L’esperienza in azienda fa maturare molto i ragazzi. Si relazionano con l’esterno in modo molto diverso con maggiore consapevolezza. Ma non è detto che tutti quelli che hanno fatto esperienza di stage e tirocinio decidano di andare subito a lavorare", spiega la dirigente. Resta però l’esperienza, che i ragazzi si portano dietro anche nel mondo universitario.
È importante specificare che la forte richiesta di studenti diplomati in grado di portare le proprie conoscenze nelle aziende che si occupano di meccanica, meccatronica e plastica, non deve far pensare a una volontà che voglia allontanare i ragazzi da una formazione post-diploma. "Il dibattito in corso è proprio questo: se l’alternanza non spinge all’ingresso immediato nel mondo del lavoro, sottraendo teste alla formazione universitaria. Per questo ci vuole una gestione intelligente dell’alternanza scuola-lavoro", spiega Favretto. "Lo spirito è fare i conti con un mondo che cambia e riconoscere il fatto che anche l’apprendimento in un contesto lavorativo è importante e offre delle competenze che non necessariamente devono essere spese subito, ma che possono essere investite in una formazione superiore".