Federazione Gomma Plastica
Federazione Gomma Plastica si pone da tramite per diffondere tra le Associazioni rappresentate e le rispettive Industrie associate i concetti di sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale. Tutto ciò ad esempio attraverso la definizione e realizzazione di progetti che favoriscano il reimpiego, il riuso e l’utilizzo di materiali di recupero o prodotti a fine vita.
L’impegno sostenibile di Assogomma
e della filiera della gomma
La gomma è un materiale esistente in natura, ancora oggi insostituibile e quindi strategico per molte applicazioni finali. Assogomma è fortemente impegnata nell’affermare quei concetti di sostenibilità che sono propri dei materiali in gomma.
I pneumatici:
un esempio di economia circolare
Una volta raggiunta la fine della sua prima vita il pneumatico può essere riscolpito ovverosia possono essere ricreati i principali intagli del battistrada. La riscolpitura è la seconda vita del pneumatico che al suo termine può essere rigenerato o ricostruito. Si tratta di asportare il vecchio battistrada e rivulcanizzarne a freddo/a caldo uno nuovo. Questa operazione può essere ripetuta due o anche tre volte, previa verifica dell’idoneità della struttura, ovvero della carcassa. Un pneumatico per mezzo pesante può quindi avere quattro o cinque vite per un numero complessivo di km percorsi pari a circa 1 milione.
Una volta terminate le sue diverse vite il pneumatico può essere frantumato, separate le parti gommose da quelle tessili e metalliche e tornare a nuova vita per la produzione di altri articoli in gomma o per i più diversi altri impieghi. Piace dire ” la gomma è un materiale esistente in natura che dopo enne vite può ritornare ancora in ambiente come sottofondo per campi sportivi”
Rendere la produzione
più sostenibile
Molti non sanno che il 44% della gomma consumata nel mondo è di origine naturale. Una percentuale con un trend in aumento. Questo a conferma della sostenibilità del materiale e del settore della gomma impegnato da sempre a promuovere pratiche produttive rispettose dell’ambiente, quindi sostenibili.
Eco-design e riciclo della Gomma
Eco-design significa progettare e realizzare prodotti con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Il semplice disegno del battistrada di un pneumatico, ad esempio, può incidere significativamente in campo ambientale dando luogo a consumi di carburante assai diversi e quindi con un minore impatto di emissioni dannose e danni all’ambiente, oltre che di minor consumo del pneumatico stesso.
Quanto alle nuove frontiere del riciclo, esistono nel settore gomma recuperi di materia di tipo tradizionale, ovverosia rigenerazione e devulcanizzazione di materiali di scarto e conseguente reimipiego dei polverini in prodotti in gomma e/o in altri usi, come pure nuove opportunità di riciclo date dalla pirolisi, una tecnica di recupero oggi resa ancor più interessante a fronte della scarsa disponibilità di carbon black.
L’impegno sostenibile di Unionplast
e della filiera della plastica
Unionplast è fortemente impegnata nel promuovere soluzioni sempre più sostenibili. L’impegno si concretizza nel superamento dell’economia lineare e nell’adozione di tecnologie e pratiche basate sul principio della circolarità e dell’eco-design.
Realizzare prodotti in un‘ottica di eco-design significa immettere sul mercato prodotti riciclabili, utilizzare quanto più possibile materie prime seconde, investire nella ricerca di materiali e soluzioni eco-sostenibili, collaborare con la filiera produttiva e distributiva per ridurre gli sprechi e contribuire a una efficiente gestione dei rifiuti.
Senza trascurare l’importanza di una corretta valutazione dell’impatto ambientale dei prodotti lungo l’interno ciclo di vita.
Eco-design e nuove
frontiere del riciclo
Eco-design significa progettare e realizzare prodotti con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale. La riduzione del peso dei prodotti, con conseguente risparmio di materia prima e utilizzo di materie plastiche omogenee tra loro, in modo da avviare al riciclo i rifiuti di imballaggio senza difficoltà, sono un esempio di eco-design.
Per quanto riguarda gli imballaggi avviati a riciclo va detto che l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in Europa con quote di rifiuti plastici trasformati in materia prima seconda sempre più significative. Il riciclo meccanico è il sistema più ampiamente utilizzato per la valorizzazione dei polimeri plastici, ma in parallelo si stanno mettendo a punto nuove tecniche di riciclo per trattare tutti i rifiuti in plastica, anche quelli con struttura complessa, inadatti a essere riciclati con processo meccanico. Stiamo parlando del riciclo chimico che trasforma i rifiuti di plastica in materia prima, modificando la struttura chimica e convertendola in molecole più piccole, riportandole al loro stato originale.
Di grande interesse i nuovi metodi di depolimerizzazione, processi di scissione dei polimeri nei corrispondenti monomeri per la produzione di plastiche vergini.
La seconda vita
della plastica
L’Italia è un paese che investe fortemente nel riciclo e che sta continuando a fare passi avanti nell’organizzazione di raccolta differenziata e riciclo degli imballaggi in plastica.
La plastica è un materiale troppo prezioso per diventare un rifiuto, impegnarsi per garantire una seconda vita alla plastica è quindi una priorità per Unionplast. Dal 2004 è, insieme a Corepla e PlasticsEurope, socio fondatore di IPPR, Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, ente senza fini di lucro che mira a consolidare la diffusione dell’impiego di polimeri riciclati nell’industria nazionale e a far conoscere questi materiali presso la committenza pubblica e privata. IPPR ha progettato il primo certificato italiano ed europeo dedicato alla plastica riciclata: il marchio ‘‘Plastica Seconda Vita’’. Una certificazione ambientale di prodotto dedicata ai materiali e ai manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti in plastica nasce dal bisogno di facilitare l’identificazione dei beni prodotti dal riciclo di plastiche e, allo stesso tempo, introduce due concetti molto importanti: la qualità e la rintracciabilità dei materiali riciclati.
Un ulteriore dimostrazione di quanto l’Italia sia all’avanguardia nel settore dell’economia circolare, contrariamente a quanto si pensa, e leader tra i paesi europei nell’utilizzo di plastica riciclata per la produzione di oggetti.
Misurare l’impatto
ambientale
Unionplast promuove una corretta valutazione dell’impatto ambientale dei materiali attraverso il metodo scientifico LCA (Lifecycle Assesment).
Si tratta della migliore analisi per valutare l’impatto ambientale in tutte le fasi di vita di un prodotto, dall’estrazione della materia prima fino allo smaltimento del rifiuto, passando per consumo di energia, immissione di CO2 nell’aria, consumo del suolo, tossicità degli scarti, problematiche logistiche e molto altro.
Nonostante il percepito della plastica sia quello di un materiale estremamente inquinante e nocivo per l’ambiente, l’analisi del ciclo di vita di molti prodotti in plastica mostra una realtà ben diversi, a tratti sorprendente per i non addetti ai lavori.