Proseguono le attività in ambito ECHA riguardanti l’esame della proposta di classificazione del biossido di titanio come cancerogeno per inalazione presentata agli inizi dello scorso anno da parte dell’agenzia francese ANSES. I risultanti derivanti dall’inchiesta sulla proposta di classificazione sono all’esame del Comitato per la valutazione dei Rischi dell’ECHA il cui pronunciamento sulla proposta è atteso entro settembre 2017.
A fronte della proposta di classificazione tutta l’industria interessata all’uso della sostanza si è mobilitata verso le istituzioni europee e nazionali al fine contestare la stessa partendo dalla mancanza di prove sostanziali sui rischi di esposizione e consapevole dell’impatto che la proposta potrà avere sulle aziende produttrici ed utilizzatrici.
Il biossido di titanio trova applicazione in numerosi settori produttivi e tra questi la produzione di detergenti, cosmetici, materie plastiche, nel settore alimentare, nella produzione di vernici e inchiostri.
Nel settore della produzione e trasformazione di materie plastiche il biossido di titanio ha diversi impieghi di cui il più rilevante è come pigmento. Grazie alle proprietà di assorbimento delle radiazioni UV il biossido di titanio protegge i manufatti dalla decomposizione e trova quindi applicazione nella produzione di manufatti durevoli utilizzati nel settore dell’edilizia e dell’auto. Il biossido di titanio è inoltre utilizzato come opacizzante o per conferire brillantezza ai colori e comunque in quelle applicazioni dove le proprietà ottiche sono rilevanti per il prodotto finito.
Circa la metà del biossido di titanio utilizzata dall’industria trasformatrice è nella forma di compounds e masterbatches mentre la parte restante è utilizzata direttamente come additivo (polvere).
L’associazione europea dei produttori di biossidi di titanio (TDIC) ha commissionato ad una società di consulenza indipendente (RPA Ltd) la stesura di un documento sugli impatti socio economici che la proposta di classificazione potrà avere sull’industria europea.
La versione ultima è riportata in allegato e si compone di due parti (il secondo file si riferisce solo al capitolo 6 dello studio). L’industria interessata, tra cui le aziende della trasformazione di materie plastiche, è stata invitata ad esprimere propri commenti entro il prossimo 25 gennaio.
Il rapporto, una volta definito, potrà essere utilizzato nell’ambito dei contatti con le autorità nazionali competenti finalizzati a contrastare il recepimento della proposta di classificazione.
I contenuti dello studio RPA saranno esaminati in occasione di una prossima conference call che EuPC intende organizzare per i primi giorni di febbraio attraverso il gruppo di lavoro “Advocacy” che vede la partecipazione dei delegati delle associazioni nazionali aderenti tra cui Unionplast.
Nel corso della stessa conference call verrà fatto il punto sulle azioni finora svolte e quelle dovranno essere attuate a livello nazionale per contrastare il recepimento della proposta di classificazione. Le aziende saranno aggiornate sugli sviluppi con successive circolari.