Un recente studio di Teh Ambrosetti, promosso fra gli altri da Unionplast, e presentato a Plast a Fiera Milano ha messo in luce un importante obiettivo per l’Italia: entro il 2030, potremmo riciclare il 61,6% dei nostri rifiuti plastici, anticipando di ben 5 anni la meta europea e riducendo il loro smaltimento in discarica al di sotto del 10%.
La produzione mondiale di plastica è cresciuta costantemente dagli anni ‘50, fino a raggiungere i 367 milioni di tonnellate nel 2020. Questo aumento presenta ora tre grandi sfide da affrontare:
- Sfida normativa: le leggi e i regolamenti devono essere adeguati per gestire la crescita e garantire un futuro sostenibile.
- Sfida all’innovazione: è necessario investire in nuovi processi e prodotti per ridurre l’impatto ambientale della plastica.
- Sfida della circolarità: è necessario cambiare il nostro approccio dalla semplice gestione dei rifiuti plastici a un modello che massimizzi i benefici dell’innovazione tecnologica in ogni fase e con un particolare focus è sul riciclo e il riuso.
Per affrontare quest’ultima sfida, dobbiamo considerare tre approcci principali: riciclo meccanico, riciclo chimico (trattamento della plastica in modo chimico quando il riciclo meccanico non è possibile), riciclo organico.
La filiera della plastica è l’ottavo settore manifatturiero in Italia e ha generato nel 2020 45,8 miliardi di fatturato. Il valore aggiunto è arrivato a 12,7 miliardi, portando l’Italia a posizionarsi come secondo Paese nella Ue per valore generato dalla plastica, con un gap rispetto alla Germania che si è lievemente ridotto negli ultimi 10 anni.
I tassi di crescita più alti per la filiera della plastica italiana si riscontrano nella fase del riciclo, dove, rispetto al 2016, nel 2020 il fatturato è cresciuto del 40% e quello del valore aggiunto del 72%.
Grazie all’innovazione la circolarità della plastica può aumentare, infatti la complementarietà tra riciclo meccanico e chimico può portare l’Italia a riciclare entro il 2030 il 61,6% dei rifiuti plastici, riducendo il conferimento in discarica sotto il 10% in anticipo di 5 anni sugli obiettivi europei.
Un dato molto significativo di questa filiera è rappresentato dai moltiplicatori economico e occupazionale attivati (rispettivamente 3,18 e 2,77) che rispetto al 2013 sono cresciuti rispettivamente del 33% e dell’1,1%. Questo significa che ogni 100 euro di investimento genera 218 euro nelle filiere collegate.
Lo studio di Teh Ambrosetti evidenzia che è fondamentale che filiera e istituzioni lavorino in sinergia, per definire i criteri di «End-of-Waste» per i rifiuti plastici. La Commissione Europea ha avviato questo processo nel marzo 2022, e la finalizzazione è prevista entro marzo 2024. L’obiettivo comune è raggiungere una chiarezza normativa sui requisiti e i criteri per poter considerare gli output dei processi di riciclo come “prodotti” anziché “rifiuti”.
Fonte: IlSole24Ore